Questa è la domanda che si fanno tutti ma che in molti si sono fatti in quest’ultimo periodo, mentre ancora si dibatte attorno all’installazione dell’inceneritore a Roncigliano. A questo punto credo che una domanda dovremmo farci: che cos’è un termovalorizzatore?
Un termovalorizzatore è semplicemente un inceneritore di rifiuti ad alta temperatura (tra gli 800°C ed i 1200°C a seconda della tipologia di termovalorizzatore usato) dove però il vapore che si produce dall’incenerimento viene riutilizzato per la produzione di energia, solitamente corrente elettrica o teleriscaldamento. Questa tecnologia oggi viene utilizzata in gran parte dell’Europa con dei risultati che possono definirsi più che soddisfacenti, però in Italia questo uso per lo smaltimento dei rifiuti trova ancora molte opinioni contrastanti, infatti mentre una parte dello schieramento politico, capeggiata dalla destra, vorrebbe l’utilizzo dei termovalorizzatori, dall’altra una parte della sinistra oltre ai verdi e tutta quella parte di persone che si rifanno al pensiero di Beppe Grillo, sono decisamente contrari.
Come al solito cercheremo solo di dare un po’ di chiarezza a questa problematica che molti sentono, cercando il più possibile di creare opinioni.
Un primo concetto che mi preme sottolineare subito è il fatto che bisogna sfatare il mito per cui tutto si può distruggere ed incenerire, questo non è assolutamente vero.
Infatti in un inceneritore ci entrano solamente una parte dei rifiuti, mentre si eliminano e vanno gestiti in altro modo i rifiuti inerti, ovvero dei rifiuti o che non possono bruciare o che bruciano a temperature più elevate, ed i rifiuti che per legge devono assolutamente essere smaltiti in altro modo, perché durante il processo di incenerimento potrebbero creare danno alla popolazione come i farmaci, i rifiuti ospedalieri e le sostanze chimiche tossiche.
Tutti gli altri rifiuti che invece possono essere inceneriti passano prima per una discarica di selezione, in modo da cercare di poter provare ad eliminare i rifiuti riciclabili anche se già compattati, solitamente di discariche di selezione ce ne sono più di una dislocate sul territorio poiché così ognuna ha meno rifiuti da controllare e può essere più semplice individuare rifiuti riciclabili.
Come si può capire quindi in una corretta politica della gestione dei rifiuti il cittadino ha un ruolo fondamentale, poiché la raccolta differenziata è l’unico metodo che può diminuire in maniera sostanziale i rifiuti che entrano in discarica, di selezione o finale che sia, in modo da diminuire l’impatto che gli stessi hanno sull’ambiente.
L’incenerimento sicuramente elimina tutta una serie di problematiche che la discarica classica crea, tra cui il maggiore è la produzione di liquame che poi deve essere depurato e con il rischio che lo stesso possa andare ad inquinare eventuali falde acquifere presenti sotto la discarica. Si rammenta che per quante precauzioni si prendano non è possibile garantire una impermeabilità pura e pertanto il liquame che si forma per compressione e per decadimento è possibile che penetri nel terreno al di sotto della discarica; senza ovviamente dimenticare i problemi dovuti ad odori non proprio gradevoli ed a più che probabili infestazioni da parassiti e roditori nella zona interessata dalla discarica. Però la discarica ha il vantaggio che tutto più o meno indistintamente può essere mandato a discarica ed a successivo interramento.
L’inceneritore comunque non è immune da problemi, infatti mentre da una parte ha l’innegabile vantaggio di eliminare completamente il rifiuto e, solitamente, anche un grosso abbattimento delle spese della tassa sui rifiuti verso i contribuenti del comune dove l’inceneritore si stabilisce, nel caso del termovalorizzatore si ha anche la produzione di energia riconosciuta come CIP6 (energia rinnovabile e pertanto per la legislazione italiana ha 8 anni di pagamento maggiorato della produzione di elettricità ottenuta) ha una serie di svantaggi: prima di tutto necessita di una separazione antecedente all’ingresso nell’impianto, poi ha bisogno di un controllo costante non solo del materiale che viene inviato alla distruzione ma anche alla manutenzione che ha dei costi innegabilmente superiori rispetto alla discarica, soprattutto per l’elevato costo dei filtri.
Proprio da questi ultimi due punti vengono fuori le maggiori critiche da parte dei contestatori degli inceneritori poiché se non vengono controllati correttamente possono creare danni ingenti non solo all’ambiente ma anche alla popolazione che si trova ad abitare in prossimità dello stesso, nel primo caso perché durante l’incenerimento possono crearsi sostanze che i filtri non sono in grado di trattenere poiché non sono stati progettati per trattenerli (solo come fatto di cronaca questo è il caso dell’inceneritore di Colleferro) mentre nel secondo caso dei filtri intasati non trattengono più gli inquinanti con possibilità di fuoriuscita di diossine.
I filtri sono comunque sotto accusa da parte della comunità scientifica internazionale, poiché non bloccano le polveri ultrafine (meglio note come PM3) ovvero quelle polveri di diametro inferiore a 3mm che possono entrare direttamente nel circolo sanguigno poiché più piccole degli alveoli polmonari e arrivare direttamente ad un organo bersaglio bypassando le difese naturali del corpo.
Come spero sia diventato semplice capire a questo punto ogni tipologia di smaltimento di rifiuti ha i suoi vantaggi ed i suoi svantaggi e non c’è un metodo che permette il recupero totale dei rifiuti. Tuttavia oggi viviamo nell’era del consumismo dove ricomprare è più semplice che riutilizzare e che ci porta inevitabilmente a produrre una enorme quantità di rifiuti che in qualche modo devono essere smaltiti e questo ci porta inesorabilmente a rifarci la domanda che è anche il titolo di questo articolo: che ci facciamo con i rifiuti?
L’unica soluzione oggi attuabile è riciclarli, ma per fare questo serve l’aiuto di tutta la comunità prendendo coscienza del problema partendo dalle amministrazioni comunali di qualsiasi schieramento affinché incoraggino l’uso della raccolta differenziata ed aiutino la popolazione a creare la cultura del riciclo, in modo che attraverso il loro aiuto fondamentale si riesca a diminuire la quantità di rifiuti a prescindere da quale sia la politica di gestione che si vuole attuare.
Il Dott. DAMIANO Lorenzini ci spinge alla riflessione sui rischi e benefici delle varie tipologie di smaltimento e raccolta dei rifiuti.
RispondiElimina