Sezioni

martedì 26 luglio 2011

PANNELLA MINISTRO DELLA GIUSTIZIA E NON E' UNA BATTUTA - Il Puma

Non si può andare in letargo per qualche giorno che dal quartier generale del ringiovanito e deberlusconizzato Pdl arrivano nuove e succulente novità. Tanto per ridare smalto al partito arrivano le truppe fresche, direttamente dai monti trentini ecco la rampante coordinatrice del Trentino Alto Adige che, in una sortita alla stampa locale, ha dettato la linea. Micaela Biancofiore, in ascesa dopo la successione alla segreteria berlusconiana di Alfano, si è lanciata nel delineare ardite e raffinate strategie politiche, le quali, avrebbero come asse portante la "secessione dell’Alto Adige dalla madre Patria Italica".

La bionda deputata, oltre a lanciare frecce avvelenate al suo competitore bolzanino all’interno del suo partito, Giorgio Holzman, definito da lei come l’ispettore Zenigata (perdente poliziotto protagonista di un cartone animato anni’80), ex aennino di stretta osservanza gasparriana, volendo strizzare l’occhio alla SVP, partito più tedesco che italiano, che dalle sue parti però fa il pieno di voti, è arrivata a proporre il modello Kosovo per gli alto atesini.

Alfano si è sgolato per costruire il “partito degli onesti e del merito”, si vede che in Trentino l’eco delle sue parole non è ancora arrivato. Chissà che ne pensano di tutto ciò quei militanti e quadri di Alleanza Nazionale che a Bolzano hanno fatto della difesa, anche fisica, del tricolore, una ragione di vita? Lasciamo le beghe alpine e arriviamo a Roma, terra infuocata, soprattutto se si tratta di fare il nome per un nuovo ministro. Angelino lascerà la poltrona, anche se non sembra proprio entusiasta, forse il ruolo di segretario del Popolo della Libertà è più scomodo del previsto, ma chi prenderà il suo posto di guardasigilli?

Napolitano è sembrato sollecitare il governo nel fare le cose per bene, l’invito cadrà miseramente nel vuoto temiamo, tuttavia la casella va riempita, e alla svelta. Impazza già il toto ministro, sembrava fatta per il Senatore Nitto Palma, magistrato romano in aspettativa, eletto come capolista Pdl in Calabria nel 2008, proveniente da Forza Italia. Si sa però che quando esce il nome troppo presto, il rischio impallinamento è dietro l’angolo, infatti ecco arrivare il fuoco amico, o quasi, ecco il sindaco Alemanno in versione capo della minoranza interna (non diteglielo perché si offende alla parola interna), che lancia la candidatura eccellente, Alfredo Mantovano, sottosegretario dimissionario all’Interno, qualcuno ci spieghi che fine hanno fatto le sue dimissioni di qualche settimana fa, il quale, secondo il Sindaco di Roma, ricoprirebbe l’incarico ministeriale con perizia e prestigio. Anche Mantovano è un magistrato in aspettativa, siamo solidali con Berlusconi che qualche anno fa definì i magistrati come dei “pazzi”, che ora dovrà nominarne uno ministro. Lui preferiva gli avvocati, specie se i propri. Sin dal 1994 accarezzò questo sogno, tentando di mettere Cesare Previti a via Arenula, ma fu stoppato da Scalfaro, in uno dei suoi rari atti di responsabilità.

Dato che ora i tempi sono grami per il Cavaliere, Ghedini non è spendibile e Papa, anche lui magistrato, è nelle patrie galere, si dovrà piegare alla contingenza. Azzardiamo l’ipotesi che né Nitto Palma, che in una velina anonima è stato definito da un anonimo deputato Pdl, un perfetto esecutore, non proprio una lusinga per un ministro in pectore, né Mantovano, saranno ministri. 

Proponiamo noi il nome, quello di Marco Pannella. Non è una provocazione ma sarebbe il segno di una volontà autenticamente riformatrice del governo. Garantista adamantino, ma senza la tendenza avventurosa alle leggi ad personam, il leader Radicale, si è storicamente distinto per alcune battaglie storiche in tema di giustizia: la separazione delle carriere, la responsabilità civile dei magistrati, la lotta per la vivibilità delle carceri, la difesa del diritto e dello Stato di diritto, ovunque e comunque. 
La vita del diritto è diritto alla vita”, usa dire Pannella nei suoi più appassionati ragionamenti. In questo tempo di nani, ballerine, famiglie e famigli in cerca di poltrone, avventurieri e predatori della politica, anche se non si concorda sempre con lui, Marco Pannella sarebbe il segno di una forte discontinuità con la casta attuale, un signore di ottanta anni più nuovo di molte ventenni in vena di facezie.

1 commento:

  1. Il Puma torna a graffiare le povere carni lise del Pdl e del governo, LANCIANDO LA CANDIDATURA DI Marco Pannella a Ministro della Giustizia. Siamo sicuri che seguiranno polemiche.

    RispondiElimina