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lunedì 6 giugno 2011

TUTTI PAZZI PER FACEBOOK E SCATTA L'ALLARME PRODUTTIVITA' - di Francesca Leonardi



Incredibile! Classificato fra i siti più visitati nell’intera graduatoria mondiale, il social network Facebook ha conquistato anche l’Italia.
Fondato da Mark Zuckerberg nel febbraio del 2004, all’epoca diciannovenne e studente presso l’università di Harvard, Facebook aveva come unico scopo quello di far mantenere i contatti tra studenti di tutto il mondo.
Nel 2006 si estese anche alle grandi aziende e chiunque abbia più di 13 anni può iscriversi.
Ecco che nel 2008 scoppia nel nostro paese una vera e propria facebook-mania: nel mese di agosto si sono registrati oltre un milione e trecentomila utenti con un incremento annuo del 961 %.

Il social-network fra critiche ed applausi

A pochi mesi dal suo boom, nel nostro Paese è già polemica.
“Non c’è più privacy”, lamenta qualcuno, “la produttività ne risente”, reclamano alcune aziende.



In realtà, pur essendo il network una vera e propria raccolta di informazioni e foto dei singoli utenti, ricordiamo che nessuno è obbligato a pubblicare niente, anzi, dovremmo sempre aver in primo luogo rispetto per noi stessi ed anche per gli altri, infatti l’account ci permette di segnalare eventuali abusi commessi da altri utenti nel rispetto della nostra privacy.
Non solo. Abbiamo la possibilità di scegliere chi può vedere cosa pubblichiamo effettuando delle modifiche nelle impostazioni della nostra pagina, anche se questo non garantisce totale sicurezza in quanto ogni contenuto è salvabile sul proprio pc. E qui Facebook dovrebbe garantire una maggior privacy.
Vediamo di cosa si tratta: Nel momento in cui effettuiamo l’up-loading (caricamento) delle nostre immagini, dovremmo avere la possibilità di scegliere se queste potranno essere solamente visualizzate oppure se vorremmo  renderle anche scaricabili (down-loading) su qualsiasi altro pc.
In questo modo si potrebbe evitare che le nostre belle faccine cavalchino la rete impropriamente.

Ma Facebook non è diventato solo uno strumento per pubblicizzare se stessi e ritrovare vecchi amici. Esso dà l’opportunità di confrontarsi con gli altri e di creare ed iscriversi a gruppi che coltivano gli stessi interessi.

Per quanto riguarda il disagio lamentato dalle aziende, è opportuno soffermarci per una piccola riflessione: siamo davvero sicuri che coloro che ora utilizzano facebook precedentemente non si avvalessero di un altro social net-work o M
Incolpare un account per la scarsa produttività dei propri dipendenti risulta abbastanza banale,  in quanto, anche se Facebook fosse “una tentazione” sta alla logica e maturità di ogni singolo individuo saper resistere ed essere in grado di distinguere il lavoro dal momento ricreativo.

Ma vediamo un aspetto più importante della privacy e della produttività aziendale: la crescita dei ragazzi.
Il noto attore Claudio Amendola commenta: "Molti ragazzi passano la giornata sul web? Perchè non passiamo più tempo con loro? Dobbiamo sforzarci. Importa la qualità del tempo che gli dedichiamo, non la quantità” e poi “…tutta questa gente che chatta, che va su Facebook. Ma che significa? È demenziale. Se volete parlare con qualcuno andate al bar"

Dunque, qui tocchiamo un argomento molto delicato ed importante: la crescita dei giovani in un mondo così tecnologico. Purtroppo è vero. Sempre meno ragazzi trascorrono del tempo in vere compagnie per dedicarsi alle comitive in rete. Ma non dobbiamo generalizzare troppo, non è certamente colpa di Facebook se i giovani si chiudono sempre più in se stessi. Dovremmo altrimenti aprire un dibattito sull’uso improprio della play-station o della tv in genere.
I ragazzi hanno costantemente bisogno di essere seguiti e Facebook ha solamente fatto scoprire a molti italiani che la rete è più presente nella vita di tutti noi di quanto si potesse immaginare.
E’ essenziale dosare le passioni in modo da non farne indigestione.
La domanda da porsi in una società come quella di oggi è: quanto è più saggio consigliare di lasciare il pc per recarsi al bar? Dite la vostra su “Meta”.

2 commenti:

  1. Francesca Leonardi ci propone una disamina interessante sul mondo e sulla natura del fenomeno Facebook, rischi ed utilità.

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  2. La signorina Leonardi ha perfettamente centrato il punto, insomma la colpa non può essere sempre di facebook..anche perchè l'unica particolarità di questo social network è solo l'esser diventato più celebre rispetto ai suoi antenati.Per quanto riguarda i genitori di oggi forse dovrebbero chiedersi cosa c'è che non va in loro e non nei loro ragazzi che quando arriva l'ora di cena non si siedono più a tavola .... semplicemente perchè.." non mi va..sto su facebook ora! " ..rischi ed utilità/vantaggi e svantaggi, le colpe stanno da entrambe le parti certo è che i pc "forse educano" ma i genitori "dovrebbero" educare!

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