Un pari pilatesco e l'ennesima figuraccia per la boxe Italiana.
Sabato sera, presso il Centrale del Foro Italico in Roma si è consumata l’ennesima figuraccia per la Boxe Italiana.
Sabato sera, presso il Centrale del Foro Italico in Roma si è consumata l’ennesima figuraccia per la Boxe Italiana.
A nulla valgono i proclami del presidente della federazione nostrana Franco Falcinelli, né l’impegno dell’organizzatore Buccioni che ha portato a Roma, dopo anni un titolo Europeo, senza dimenticare l’appello dell’assessore allo Sport di Roma, Alessandro Cochi e del presidente del Ventesimo municipio romano Gianni Giacomini:
il pari pilatesco tra il romano, idolo delle migliaia di persone assiepate, (meno dei 10000 sbandierati alla vigilia comunque) sulle tribune del Foro Italico, Daniele Petrucci, e il fiorentino, di origine Sierra Leone, Leonardo Bundu, già membro della squadra olimpica italiana a Pechino 2008, non si è fatto attendere:
perché doveva vincere il romano, attanagliato in avvio di match dalla paura e dalla tensione del logico favorito, Bundu, più esperto ed abituato a combattere anche fuori casa e fuori Italia (importante la sua vittoria in Germania di fine 2010).
Insomma in avvio, meglio, molto meglio il fiorentino, padrone della scena e vincitore di almeno 3 dei 4 round iniziali, gli si apriva un vasto bozzo sulla fronte, problema, causa testata di Petrucci alla terza ripresa) che sarà motivo della sospensione all’ottavo round, Nei welter, categoria dei due italiani, incontratesi per questo storico match, valevole per l’assegnazione del titolo Europeo rimasto vacante, conta la distanza e la velocità ed almeno l’altra sera Bundu è stato superiore e di netto, almeno 3 punti ad un quarto di match per il mio personalissimo cartellino, nei restanti 4 round, Daniele tentava di invertire la rotta, senza successo a mio modesto avviso, qualche colpo in più, ma anche una guardia più bassa per andare all’attacco e qualche colpo preso in più.
Alla sospensione i punti di vantaggio per Bundu erano presumibilmente 4, poco stupisce all’interruzione lo scandalo nel volto del clan di Leonardo, quando era chiaro a tutti che un verdetto favorevole sarebbe stato impossibile, un amico giornalista era stato facile profeta alla vigilia invitando a prestare attenzione al fatto che i tre giudici fossero italiani, con la non tanto velata possibilità di un verdetto pro Daniele, invocato dai romani presenti a bordo ring e non.
Pari a maggioranza insomma, presumibilmente 2 giudici per la parità ed uno in favore del romano, i cartellini con i punteggi, incomprensibilmente, non venivano letti a fine match, anche perché sarebbe stato difficile giustificare tale risultato.
Complimenti vivissimi, l’inevitabile rivincita rischia di trasformarsi nell’ennesima figuraccia per tutti, dirigenti sportivi, organizzatori ecc.
Dubito che il pubblico neutrale torni tanto facilmente al Foro italico magari a fine estate - inizio autunno, inevitabile un neo-match a Roma, mi auguro, comunque, che non si tiri troppo la corda e si abbia almeno il pudore di una diversa location e città, per restituire quel minimo di credibilità che la “noble art”, all’italiana, continua a perdere incontro dopo incontro, iniziativa (mirabili le “World Series” nel dilettantismo) dopo iniziativa legata alla boxe nel nostro Paese.
La boxe italiana degli ultimi anni si contraddistingue per inaffidabilità. Il verdetto di sabato notte al Foro Italico ne è l'ennesimo esempio, Leonardo Bundu subisce un pari che per lui non è una mezza vittoria, ma una beffa immeritata.
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