Spesso si sente parlare di debito pubblico, di manovra correttiva, di spesa fuori controllo, invece poco si parla di cambiamento e di riqualificazione della spesa pubblica.
L'Italia ha un debito pubblico enorme quasi impossibile da gestire eppure nessuno se ne preoccupa, almeno ufficialmente; tuttavia segnali di allarme se ne vedono come ad esempio le ultime manovre finanziarie, sono state contraddistinte da azioni generiche ma pesanti.
Queste azioni correttive sono state così forti ed ancora ce ne saranno, perchè il nostro debito è anche posseduto da Stati stranieri, soprattutto emergenti, i cui gestori possono essere imprevedibili e con interessi contrastanti i nostri.
Che dire poi delle banche, che fino ad oggi hanno assorbito la gran parte delle emissioni di titoli di stato, sono in sofferenza, quindi adesso è l'ora delle decisioni.
Le azioni correttive sono urgenti e necessarie, ergo sono indiscriminate: tagliare, tagliare, ed invece si dovrebbe ripensare tutta la spesa pubblica, sia per non distruggere lo Stato sociale sia per porre fine all'aumento costante ed inesorabile del debito pubblico.
L'Italia è stata abituata da troppo tempo ad interventi finanziari pubblici a pioggia, generosi per imprese e cittadini, ora questo non è più possibile ed allora si toglie l'ossigeno a piccole imprese, si rendono molti servizi pubblici di fatto inesistenti, invece questo dovrebbe essere il momento di aiutare le imprese, appaltando lavori e servizi per rendere più semplice la vita ai cittadini, per favorire la ripresa dei consumi e l'innovazione tipica delle piccole imprese italiane.
La differenza sostanziale tra Stato sociale e Stato assistenziale consiste, appunto, nelle capacità dello Stato stesso di sostenere imprese piccole e grandi e soprattutto di garantire tutte le condizioni di sviluppo economico e culturale ai propri cittadini lasciandoli liberi di esprimere le loro ambizioni.
Ecco ciò che manca all'Italia, una chiara visione della situazione finanziaria dello Stato, una sincera analisi della struttura industriale e commerciale ed infine valutazione dei livelli di qualità dei servizi della Pubblica Amministrazione.
Ecco ciò che manca all'Italia, una chiara visione della situazione finanziaria dello Stato, una sincera analisi della struttura industriale e commerciale ed infine valutazione dei livelli di qualità dei servizi della Pubblica Amministrazione.
Reso questo grande atto politico ai cittadini allora si dovrà indirizzare la spesa pubblica verso attività produttive e razionalizzando i servizi pubblici primari come sanità, scuola, giustizia insomma meno soldi a pioggia e più lavoro, meno burocrazia e più servizi.
La lotta alla corruzione passa necessariamente attraverso la semplificazione e la trasparenza: solo in una nazione dove ci siano poche regole ma fortemente controllate e fatte rispettare allora ci sarà sviluppo sociale.
Lo Stato deve garantire a tutti i cittadini di esprimere le loro ambizioni proteggendoli da arroganza ed abusi sia di singole entità private sia di apparati pubblici; più è difficile per un cittadino o un'impresa accedere ai pubblici servizi e più è facile la nascita della corruzione.
Analisi di Fabrizio Bianchini sull'attuale situazione della spesa pubblica Italiana, locale e nazionale, con alcuni suggerimenti per evitare la corruzione.
RispondiEliminaCaro Fabrizio, condivido l'analisi generale anche se preciserei che siamo da anni al centro di un conflitto economico politico dove da una parte ci sono gli oltranzisti dell'abbattimento del debito pubblico dopo decenni di sperpero sulle spalle delle generazioni che sarebbero succedute, e questi sono generalmente dei rigorosi economisti come il ministro Tremonti, dall'altra ci sono i politici che vorrebbero promuovere la riduzione dell'imposizione fiscale che avrebbe più appeal sull'elettorato e sulle imprese oramai al baratro. Sicuramente non abbandonerei una politica rigorosa che dovrebbe portare al pareggio nel 2014,con sacrificio per i contribuenti e per i cittadini tutti ma allo stesso tempo abbiamo bisogno di un alleggerimento fiscale per le imprese sane del Paese per permetterne competitività e crescita economica con i conseguenti benefici per il mondo del lavoro,come sottolineavi questo deve passare anche per dei tagli mirati alla spesa pubblica e a interessi corporativi, non servono tagli trasversali a tutti o addizionali equamente distribuite,il che significa intaccare interessi di corporazioni o categorie che non possono più essere esonerati dal contribuire al risanamento del Paese, tutto ciò è molto impopolare ed è prerogativa di un governo forte, con alta moralità e percezione del momento storico, quindi capace come un buon giardiniere di potare i rami giusti e di seminare in maniera oculata pur con poche risorse per ricominciare a vedere germogliare qualche pianta sana nel giardino Italia. Siamo capaci di ciò? me lo auguro e cerco con il mio piccolo contributo di aiutare alla semina.
RispondiEliminaCon affetto
Michele Nicolich