Poche ore si parte, stanotte alle 2:00 italiane con la maratona femminile prende il via la tredicesima edizione dei campionati mondiali di Atletica Leggera.
Tanti gli uomini e le donne copertina, pochi i favoriti ad occhi chiusi, questo 2011 dell’Atletica verrà ricordato come l’anno in cui le certezze si sono via via sgretolate.
Ancora manca la prova principe della rassegna iridata, per certificare ciò, magari le gare non regaleranno le sorprese che l’anno ha ventilato, ma mai come in quest’edizione è difficile vedere, alla vigilia, il solito numero di campionissimi sicuri di vincere ed in lotta contro il tempo e la prestazione, con la ricerca del record del mondo come unico avversario.
Vari gli esempi, i più lampanti quelli di Usain Bolt nella velocità al maschile e di Blanka Vlasic nell’alto femminile.
Due cannibali diversi, il giamaicano dominante da 3 anni, ieri ha perso per infortunio l’amico-rivale Asafa Powell, il connazionale si è ritirato dalla gara-regina, i 100 mt, per un problema agli adduttori, ma Usain stesso non dà grandi garanzie cronometriche nell’anno solare, da osservare Christophe Lemaitre e il giovane giamaicano Blake, senza dimenticare il campione del mondo 2005 Justin Gatlin, rientrante a Daegu dopo una squalifica per doping.
Come Bolt è lontano dai suoi incredibili record del mondo anche nel mezzo giro di pista, così dalle sue migliori misure la croata, arrivata in condizioni precarie alla rassegna coreana, certo molto dipenderà da lei, ma certe prestazioni 2011 della Chicherova (un 2.07 che fa paura) e della stessa Antonietta Di Martino, arrivata indoor a 2.04 prima di essere vittima anch’essa di un infortunio, ma tornata qualche settimana fa a saltare 2 mt tondi, ne hanno minato l’autostima, al di là delle dichiarazioni di facciata.
Insomma senza grandi prestazioni anche i big sono a rischio, mentre fioccano rinuncie ed infortuni, l’americano Clay nel decathlon, l’inglese giovane triplista Tamgho, il russo Zagornyi del martello, lo stesso Powell per citare solo alcuni, sarà il controllo sul sangue per tutti, il passaporto biologico, sarà che Londra è sempre più vicina e qualcuno preferisce rinunciare alla rassegna iridata.
Italia ai minimi termini, e non è solo per la situazione caotica descritta sempre qui su Meta, qualche giorno fa, soli 33 effettivi, largo ai… vecchi con poche eccezioni, quando si parla degli atleti da finale.
Parlare di medaglie è complicato, impossibile no, ma lo zero spaccato di Berlino 2009 è talmente fresco da essere monito ai facili entusiasmi.
Si possono coltivare sogni, quello della stessa Antonietta, nella speranza che si issi sopra i 2-2.02 mt che saranno misure spartiacque più del solito per una medaglia, che è più possibile per la campana che per altri connazionali
Ci si attacca alla seconda giovinezza di Nicola Vizzoni che ad undici anni dallo straordinario argento olimpico di Sidney, prova da quarto dell’anno a sfondare gli 80-80.50 mt e magari salire sul podio e di Fabrizio Donato, il triplista agli assoluti di nuovo sopra i 17 mt ed argento agli europei indoor, in cui la giovane La Mantia sempre nel triplo, dopo l’argento europeo 2010, ha conquistato l’oro continentale.
Ci vorrai una grande Simona, come si spera che la ricerca del podio di Giorgio Rubino nella 20 km di marcia, trovi finalmente un coronamento visto che da anni tra mondiali ed europei ci gira intorno tra quarti e quinti posti (tranne la delusione di Pechino, sempre ad alto livello ai piedi del podio), mentre desta curiosità Alex Schwazer nella distanza “corta”.
Per il 2011 sembrava perso, poi un gran tempo quest’estate a Pergine sui 10 km, dopo la rinuncia alla 50 km di Dublino che doveva garantirgli il pass mondiale, gli ha ridato forza e coraggio per provare la 20 mondiale con ambizioni di alto livello, una gara che per l’altoatesino dovrà essere trampolino per Londra ed una 50 km in cui difenderà il titolo cinese di 3 anni fa.
Infine la staffetta 4x100 risultato di un movimento della velocità, in crescita negli ultimi anni, che a livello individuale troppo spesso si perde nei grandi appuntamenti (attesa per il giovane Tumi, uno dei pochi giovani italiani alla ribalta), ma che in staffetta trova motivazioni superiori che unite ad un ottima tecnica di cambio, potrebbe in Corea regalare grandi soddisfazioni e non solo da finale, se le grandi nazionali falliranno tra cambi ed invasioni di corsia.
Nicola Gallo ci presenta i mondiali di Atletica Leggera, che stanotte iniziano a Daegu con la Maratona femminile. Il nostro redattore seguirà per noi la rassegna iridata con resoconti giornalieri sulle gare da domani a domenica 4 settembre.
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