Abituato alle montagne, anche d’estate non potevo non fare una capatina in quel di Cortina. Luogo esclusivo che ben si confà al rango di un nobile felino come me, ospita anche nella bella stagione vip e personaggi illustri dell’Italia che conta. Il palcoscenico su cui usano esibirsi i più vari menestrelli della Repubblica, dai politici ai giornalisti, dagli economisti ai magistrati, è quello di “Cortina Incontra”, manifestazione pensata e realizzata dall’editorialista Enrico Cisnetto, ex Repubblicano oggi schierato tra le folte truppe dei terzisti, o cerchiobottisti, per i più maligni, quelli che, per capirci, hanno ragione anche quando hanno torto, per il sol fatto di dare, nei loro raffinati eloqui, una botta a destra, una botta a sinistra, e una carezza al centro, il quale non esiste, ma ad evocarlo fa molto chic.
Nella frescura pomeridiana di metà Agosto, ho assistito alla performance di uno sfavillante Bruno Vespa, ospite fisso sulle Dolomiti d’estate, il quale, tolto l’abito talare indossato nel suo salotto televisivo tutto l’anno, perché il candore delle poltrone di Porta a Porta, spinge all’inginocchiamento davanti all’ospite, specie se trattasi di Premier, ha sfoggiato la mimetica, iniziando a tirar fendenti, senza sconti né eccezioni, per quasi nessuno. Scaldati i motori, con qualche risposta di prammatica alle domande di Cisnetto, vertenti sullo stato della televisione Italiana, il Bruno nazionale ha dato il meglio di se. L’analisi sul momento della politica nella penisola, sulla crisi economica e sulla stangata che il governo del “meno tasse per tutti” ha confezionato, si è incentrata sugli attributi di Silvio Berlusconi. No, non fraintendiamoci, non si parlava di festini, ma si rievocava una battuta di Vespa, datata tre Gennaio 2011, nella quale, testuale, il conduttore Rai disse: “Ora Berlusconi deve mettere le palle sul tavolo e fare le riforme, altrimenti avrà fallito e sarebbe meglio che si facesse da parte, non ha più scuse”. L’intervistatore, astutamente, a qualche mese da quelle parole, chiedeva notizie sul posizionamento degli attributi presidenziali e Vespa, prima con prudenza, affermava che, “si sta avvicinando al tavolo” ma ancora non ha sfoderato il suo profilo migliore. Ad una prima lettura pareva una dichiarazione conciliante, il solito Vespa berlusconiano, ma poi sono arrivate le randellate. Nell’ordine, ha demolito la manovra finanziaria, definendola, “deludente”, perché non affronta le vere riforme strutturali, “iniqua”, perché fa pagare i soliti noti, “ingiusta”, perchè non tocca gli evasori, poi sono iniziati gli aneddoti e i dietro le quinte, di cui Vespa è esperto conoscitore. “Berlusconi fino a questa manovra è stato il sottosegretario di Tremonti, almeno ora ha studiato i dossier prima di andare in Consiglio dei Ministri – pensate che in questo Paese, fino a qualche settimana fa il Premier non poteva neppure telefonare a Draghi, altrimenti il suo Ministro dell’economia si ingelosiva – Tremonti è una bella testa, ma non è indispensabile all’Italia”. Cisnetto estasiato ha lasciato sfogare il suo interlocutore in vena di rivelazioni, neppure fosse Biscardi. “Bruno mi dici allora che stavolta Berlusconi la sera invece che andare alle feste si è studiato la finanziaria?”, un duetto a tratti esilarante. Ce n’è per tutti, Vespa scatenato su Montezemolo: “Ma in che mani siamo? – sbottava – Luchino è amico tuo caro Enrico, voi terzisti siete come i carbonari, chiacchierate ma dove siete?", continuava, in un crescendo di stilettate, imboccato dall’intervistatore: "Ma Montezemolo ha fatto gli stessi rilievi che fai tu alla finanziaria Bruno, dice che a questo punto era meglio la patrimoniale”. “Sui patrimoni di Montezemolo vorrei sapere a chi davvero siano intestati" chiosava sarcastico Vespa. Non è stato risparmiato neppure Vendola, perché “chissà cosa diranno i suoi elettori quando verranno a sapere che lui è d’accordo con il Pdl” ha detto il giornalista abruzzese. Su Fini ci sono stati silenzi assai più eloquenti di molte parole, sono finiti i tempi in cui, le trasmissioni di Vespa gli venivano “cucite addosso”. Risparmiato dal ciclone soltanto Casini, e non è un caso a parer nostro. Ci chiediamo in conclusione, perché così tanta nettezza di giudizi da parte di Vespa? La Rai cambierà padrone? Se il suo “azionista di riferimento” è il governo, sarà privatizzata, o sta per cambiare governo.
Graffiante cronaca del Puma che squarcia il velo su un possibile spaccato di potere Italiano all'ombra della crisi e alla ricerca di nuovi equilibri.
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