In questi giorni, per non dire in questi ultimi mesi, il nostro Paese si tiene in equilibrio come un acrobata su un filo invisibile sospeso nel vuoto. E' come se i due capi fossero tenuti tesi, al limite della rottura come in un estenuante tiro alla fune tra Palazzo Grazioli e Gemonio, da una parte Silvio Berlusconi ed il Pdl dall'altra Bossi e la Lega.
Nessun retropensiero da crisi di coppia, l'unione personale e politica tra i due leader e i due partiti di governo dell'attuale maggioranza parlamentare è solida, secondo me al di là delle apparenze, il rendez vous del 1994 è praticamente impossibile (mai dire mai in politica, s'intenda), troppo forte il legame personale tra Silvio ed Umberto, troppo importante per i due partiti il sostegno reciproco per continuare a governare e fare le riforme, separarsi sarebbe inutile visto che non ci sarebbe futuro nè per uno nè per l'altro.
Una simbiosi inscindibile neanche da una crisi economica, politica e sociale che morde tutto e tutti in maniera feroce, in questo scenario, la funzione dell'elastico che tiene insieme tutto, unisce maggioranza ed opposizioni e le posizioni all'interno delle due coalizioni principali l'un contro l'altra armata, senza dimenticare il Terzo Polo è il Presidente Giorgio Napolitano.
Una funzione riconosciuta e lodata da tutti, in maniera praticamente unanime, che durante tutto il settennato ed in particolare con l'esecutivo in carica è divenuta elemento centrale e fondamentale nella politica nazionale.
Il discorso durante la giornata inaugurale del trentaduesimo meeting di Comunione e Liberazione è stato probabilmente il più politico del mandato quirinalizio, ma non è il primo e non sarà l'ultimo, anche se Napolitano negli anni ha più volte (e più che altro) fatto uso della moral suasion nei confronti dei protagonisti della politica italiana (come non immaginare lo zampino del Quirinale nella nota di Berlusconi a difesa dell'Unità D'Italia dopo le esternazioni di Bossi su un avanzata della Padania conseguente l'arretramento dell'Italia di qualche giorno fa ???).
Fermo, deciso, anche accondiscendente, quando serve, il Presidente della Repubblica è protagonista della vita politica italiana, come e forse più di Cossiga e Ciampi, i più "attivi" presidenti della Repubblca degli ultimi decenni, anche se meno protagonista del compianto presidente emerito sardo e meno amato (e neanche tanto) dell'ex governatore di Banca D'Italia, non è caso è uno dei pochi politici "veri" eletti al Colle (con Oscar Luigi Scalfaro, lo stesso Cossiga e Sandro Pertini, tenendo conto "solo" degli ultimi trentanni di politica nostrana).
Come non pensare che questo equilibrio instabile o stabile che dir si voglia regga per un comune sentire, dettato si dalla gravità del momento generale, ma che con l'ex Presidente della Camera e membro del Partito Comunista Italiano non ha visto mai cedere alla possibilità di indirizzare la legislatura verso la crisi, ma anche verso la dittatura della maggioranza, un attenzione continua senza sconti o indulgenze, anteponendo l'interesse generale all'interesse particolare da vero presidente di tutti.
Gli esclusi da questo nodo gordiano di fili e funi, non possono nè possono protestare, il Terzo Polo come il Pd e l'Idv sono continuamente chiamati in causa da Napolitano, coinvolti e consultati sempre in quello spirito omnicomprensivo che anima il Presidente della Repubblica verso gli ultimi due anni di mandato.
Un biennio che si preannuncia si durissimo e foriero di sforzi ulteriori e sempre più importanti, ma gestibile solo dal presidente partenopeo quale unica figura degna e di garanzia per un momento tanto difficile ed importante per tutti noi.
L'Italia della politica descritta attraverso la metafora della fune e dell'elastico dal nostro redattore Nicola Gallo.
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