Ecco, la figura nella foto affianco, quella di Niki Vendola, simboleggia come altri, s’intenda, ma anche più di altri, le mancanze degli ultimi quasi ventanni di centrodestra in Italia.
Qualcuno dirà che parlare di centrodestra è poco più di un utopia, un abbaglio agostano, ma in fin dei conti volenti o nolenti è dal 1994 che al di là di qualche parentesi, piccola o lunga che sia a seconda del credo politico e personale, è al potere.
Che siano le stanze del potere politico che siano le stanze dei bottoni del potere economico e culturale,
visto che le nomine, è inutile fare le verginelle sono state fatte non solo dal centrosinistra prodiano, dalemiano e veltroniano, il centrodestra conta, ha contato e conterà, al di là del Cavaliere.
Ma al di là del Capo, cosa rimane, di positivo e negativo ? Il titolo dell'articolo è al negativo e d’impatto visto che spesso sia tra le proprie fila, sia tra quelle avversarie per fuoco amico, le guerre intestine e non hanno, fatto vincere esponenti quanto meno discutibili della parte amica come Cammarata e Cuffaro in Sicilia, rispettivamente Sindaco di Palermo in carica ed ex governatore della Trinacria ora in carcere.
Ma come non ricordare oltre all’esempio del due volte presidente della Regione Puglia, vincente in un territorio storicamente di centrodestra e che puntualmente ha visto la coalizione moderata vincente nelle politiche e mai negli ultimi anni alle regionali, il caso napoletano di Luigi De Magistris, abile a cavalcare il malcontento, ma espressione di un partito l'Idv, al governo cittadino per gran parte dello scorso mandato affianco del primo cittadino Rosa Russo Jervolino e in generale di un centrosinistra che è stato visto come il fumo degli occhi dai napoletani e dai campani (spazzati via prima Bassolino poi Rosa Russo Jervolino, vittorie targate Pdl+Udc ecc. prima alle Regionali poi alle Provinciali con Caldoro e Cesaro), ma anche Burlando in Liguria, con tutto il rispetto per Biasotti vincente una volta su tre, nelle ultime tornate regionali.
La vicenda di Milano è ancora più lampante con addirittura la sinistra radicale, a Palazzo Marino, con il sindaco “gentile” Giuliano Pisapia contro una Letizia Moratti, si suicida nel confronto televisivo a Sky Tg 24, ma vittima anche di una campagna elettorale estremizzata senza motivo da Silvio Berlusconi.
Non che dall’altra parte manchino gli esempi al contrario, vedi un Roberto Cota vincente in una regione quella del Piemonte da sempre feudo del centro sinistra, la vittoria del leghista poco più di un anno fa fu miracolosa come quella di tre anni fa a Roma di Gianni Alemanno, in una città, la Capitale da anni appannaggio, facile del centrosinistra.
Non che ogni vittoria elettorale sia sempre demerito altrui, più che proposta vincente propria, ma ci sono sconfitte da una parte e dall'altra non dico volute, ma quanto meno non evitate.
Vedere personaggi influenti come Raffaele Fitto in Puglia, i fratelli Martusciello, i fratelli La Russa, ottimi politici, ma sconfitti i primi sempre a Napoli, i secondi cocentemente a Milano la scorsa primavera è segno di una politica che non si rinnova con una classe dirigente che anche nel centrosinistra vede nella terza candidatura di Francesco Rutelli a Roma e in quella di Mercedes Bresso in Piemonte esempi lampanti che la politica della conservazione non paga.
La storia si dice è maestra di vita, nella politica italiana, no, la cultura del merito è una parola vuota invece che una stella polare, la speranza che la fine del berlusconismo che al di là di tutto è inevitabile a fine legislatura se non prima, porti un vero ricambio generazionale.
La sfida è di tutti, dei giovani, come dei "vecchi" della politica, il coraggio dei primi e la generosità dei secondi sono niente se non convogliate verso quest'obiettivo comune.
La crisi economica di questi giorni lo dimostra, le misure di corto respiro non risolvono nulla, solo decisioni lungimiranti che guardino al domani del Paese possono risolvere o cominciare a risolvere vizi atavici del nostro Paese.
Riflessioni di Nicola Gallo sulla classe dirigente Italiana.
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