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mercoledì 3 agosto 2011

RANDAGISMO E ABBANDONO: DISUMANITA' E PIAGA SOCIALE - di Carla Righetti


L’estate è il momento per eccellenza delle vacanze, spesso dopo un anno di tensioni, impegno e lavoro, che richiedono meritato relax. Purtroppo, spesse volte la libertà dell’uomo viene a scapito degli amici a quattro zampe (o due, a seconda dei casi e degli “amici”), abbandonati per strada.

I dati sull’abbandono parlano di 600 cani in un giorno di media, tra Giugno e Agosto, 20.000 al mese, 60.000 in tutta l’estate (i dati della Lav parlano di 120.000 abbandoni in un anno).

La piaga dell’abbandono non solo condanna l’animale a una morte quasi certa (la stima è dell’80%), ma comporta anche rischi consistenti per la viabilità, visto che un animale abbandonato non sa ambientarsi nel mondo della strada e può causare più facilmente incidenti stradali: 40 mila incidenti calcolati negli ultimi dieci anni. Sicurezza dell’uomo messa a rischio, dimostrazione di inciviltà ed incuria, mancanza di una serena e profonda educazione civica del cittadino e del singolo che dovrebbe sentirsi responsabile: umanità certamente tradita, visto che l’abbandono tradisce irresponsabilità e crudeltà, penalmente perseguite, purtroppo difficili da mettere in pratica perché abbandonare un animale richiede pochissimi istanti, distruggendo l’equilibrio (se non la vita stessa) dell’animale che fino al giorno prima faceva parte della casa (non scriviamo "famiglia" perché non si abbandonerebbe, o almeno non si dovrebbe, un membro della propria famiglia).
La mancanza del microchip, previsto dalla legge 281/91 (assieme all’iscrizione all’anagrafe canina e alla sterilizzazione), tradisce già la trascuratezza (o la cattiva coscienza) di un padrone non disposto a prendersi la responsabilità per la propria scelta di prendere un animale in casa. La legge che condanna il maltrattamento si esprime nell’articolo 727 del Codice penale: “(Abbandono di animali). Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze”. Prevenzione attrraverso la sterilizzazione e cura da parte dei territori dovrebbero essere rimedi sufficienti ad arginare il proliferare di animali randagi, la lotta penale contro l’abbandono è un’arma altrettanto valida, ma alla rieducazione civica degli adulti e all’educazione civica dei bambini dovrebbe essere dedicato un capitolo speciale, per insegnare a vivere con più armonia e senso di responsabilità, benessere e crescita, con il territorio di cui si fa parte.

Il Lazio è quinto per numero di animali in entrata nei canili sanitari, con 7.908 in tutta la regione, dietro a (in numero crescente) Piemonte, Veneto, Campania, Lombardia. Il canile è una soluzione civile alternativa all’abbandono per strada, inumano e contro i diritti dell’animale: permette di avere le minime cure indispensabili e la possibilità di essere riadottato, lontano dalla strada dove può, non solo, creare incidenti automobilistici, ma anche, in situazioni di pericolo o fame, attaccare direttamente gli esseri umani. Il problema del randagismo e dell’abbandono sono strettamente collegati, poiché animali in libertà possono riprodursi in maniera da saturare un territorio intero.

E laddove ci sia, invece, grande dimostrazione di umanità e responsabilità da parte di un privato, accadono episodi particolarmente orribili, come quello recentissimo di San Cesareo, nell’area dei Castelli Romani, dove una donna da poco residente in zona si è vista avvelenare e morire quattro dei cani che aveva preso nel rifugio. Cinque vite cui aveva sperato di poter dare un’esistenza migliore, spezzate dall’avvelenamento, a opera di un  vicino di casa che, a causa della fuga recente dei cani dal loro recinto e della rovina di alcune piante di pomodori, aveva minacciato di ricorrere proprio all’avvelenamento. Speriamo che la vicenda si chiarisca rapidamente e che il colpevole sia duramente punito per un vero e proprio atto vandalico, un uccisione, gratuito oltretutto, visto che la proprietaria dei cani gli aveva proposto di ripagargli i danni.

Al di là delle indagini e della giusta condanna, il fatto episodico (in sé gravissimo) e i dati annuali – che tradiscono una radice comune di disumanità e meschinità – devono portare a riflettere su come arginare la situazione, tenerla sotto controllo nel modo migliore. Oltre alle leggi, al controllo e agli investimenti, occorre prendere coscienza che nessuna umanità è possibile senza partecipazione al mondo di cui si fa parte

Si tratta di una piaga sociale, che ha come palcoscenico l’estate e si consuma per tutto il resto della vita di un animale che, senza pietà, viene tradito e abbandonato. Si tratta di una piaga della dignità umana.

1 commento:

  1. Carla Righetti, ci ricorda come d'estate si ripresenti il problema dell'abbandono degli animali domestici. Meta è da sempre sensibile alle problematiche inerenti la cura dei nostri amici animali.

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