L’estate è il momento per eccellenza delle vacanze, spesso dopo un anno di tensioni, impegno e lavoro, che richiedono meritato relax. Purtroppo, spesse volte la libertà dell’uomo viene a scapito degli amici a quattro zampe (o due, a seconda dei casi e degli “amici”), abbandonati per strada.
I dati sull’abbandono parlano di 600 cani in un giorno di media, tra Giugno e Agosto, 20.000 al mese, 60.000 in tutta l’estate (i dati della Lav parlano di 120.000 abbandoni in un anno).
La mancanza del microchip, previsto dalla legge 281/91 (assieme all’iscrizione all’anagrafe canina e alla sterilizzazione), tradisce già la trascuratezza (o la cattiva coscienza) di un padrone non disposto a prendersi la responsabilità per la propria scelta di prendere un animale in casa. La legge che condanna il maltrattamento si esprime nell’articolo 727 del Codice penale: “(Abbandono di animali). Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze”. Prevenzione attrraverso la sterilizzazione e cura da parte dei territori dovrebbero essere rimedi sufficienti ad arginare il proliferare di animali randagi, la lotta penale contro l’abbandono è un’arma altrettanto valida, ma alla rieducazione civica degli adulti e all’educazione civica dei bambini dovrebbe essere dedicato un capitolo speciale, per insegnare a vivere con più armonia e senso di responsabilità, benessere e crescita, con il territorio di cui si fa parte.
Il Lazio è quinto per numero di animali in entrata nei canili sanitari, con 7.908 in tutta la regione, dietro a (in numero crescente) Piemonte, Veneto, Campania, Lombardia. Il canile è una soluzione civile alternativa all’abbandono per strada, inumano e contro i diritti dell’animale: permette di avere le minime cure indispensabili e la possibilità di essere riadottato, lontano dalla strada dove può, non solo, creare incidenti automobilistici, ma anche, in situazioni di pericolo o fame, attaccare direttamente gli esseri umani. Il problema del randagismo e dell’abbandono sono strettamente collegati, poiché animali in libertà possono riprodursi in maniera da saturare un territorio intero.
E laddove ci sia, invece, grande dimostrazione di umanità e responsabilità da parte di un privato, accadono episodi particolarmente orribili, come quello recentissimo di San Cesareo, nell’area dei Castelli Romani, dove una donna da poco residente in zona si è vista avvelenare e morire quattro dei cani che aveva preso nel rifugio. Cinque vite cui aveva sperato di poter dare un’esistenza migliore, spezzate dall’avvelenamento, a opera di un vicino di casa che, a causa della fuga recente dei cani dal loro recinto e della rovina di alcune piante di pomodori, aveva minacciato di ricorrere proprio all’avvelenamento. Speriamo che la vicenda si chiarisca rapidamente e che il colpevole sia duramente punito per un vero e proprio atto vandalico, un uccisione, gratuito oltretutto, visto che la proprietaria dei cani gli aveva proposto di ripagargli i danni.
Al di là delle indagini e della giusta condanna, il fatto episodico (in sé gravissimo) e i dati annuali – che tradiscono una radice comune di disumanità e meschinità – devono portare a riflettere su come arginare la situazione, tenerla sotto controllo nel modo migliore. Oltre alle leggi, al controllo e agli investimenti, occorre prendere coscienza che nessuna umanità è possibile senza partecipazione al mondo di cui si fa parte.
Si tratta di una piaga sociale, che ha come palcoscenico l’estate e si consuma per tutto il resto della vita di un animale che, senza pietà, viene tradito e abbandonato. Si tratta di una piaga della dignità umana.
Carla Righetti, ci ricorda come d'estate si ripresenti il problema dell'abbandono degli animali domestici. Meta è da sempre sensibile alle problematiche inerenti la cura dei nostri amici animali.
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