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lunedì 22 agosto 2011

O NAPOLI O MUERTE – di Eretico

Da Tora Bora

E’ bellissimo, in questi giorni di calura estiva, quando arriva il tramonto in Afganistan, sfogliare i giornali italiani online. Quelli sportivi poi sono uno spasso, dimentico talvolta cullato dalla brezza del deserto che con il fuso orario potrei leggere prima i giornali del Belpaese, ma è come se volessi con l’attesa mantenere la suspance.

Oggi è il gran giorno del trofeo Gamper, il Napoli per la prima volta affronterà la sfida contro il grande Barca in una nelle sfide più importanti dell'estate pallonara, un appuntamento fisso come il Berlusconi (ieri ridimensionata la Juve, era ora...) a fine agosto prima dell'inizio del campionato.

In questo clima aulico (oggi un Lavezzi che promette più gol e un Napoli da scudetto), leggere Aurelio De Laurentis, mi intriga, questo personaggio che ha fatto come il Vate, la buonanima di Gabriele D’Annunzio, della sua vita, un’opera d’arte in parallelo con i personaggi dei suoi celeberrimi film di Natale.

Giorni fa ha fatto il giro delle sette chiese (i media italiani sportivi, parlando con rispetto quando si parla del Tg sportivo di Rai 2, Studio Sport, Sky Sport 24 ecc.), l’uscita di scena durante la cerimonia per i calendari di calcio, alla Cristian De Sica dei cinepanettoni,la fuga in groppa ad un motorino, come un novello Alberto Sordi ne “Lo sceicco”.

Il dialogo poi con un Massimo Cellino esterrefatto (tra qualche giorno protagonista di una riflessione, su quella categoria dello spirito dei presidenti mangia-allenatori) a cui ha urlato una frase già storica:“Siete poco seri, torno a fare il cinema".

Massimo, il sardo, residente per lavoro più a Miami che a Cagliari, ride, come rido io riguardo al mercato mancato del Napoli.

Perchè l’Aurelio partenopeo, sono giorni che non manca occasione di “menare” su Vucinic e Vidal, giuro che la mia ironia non è motivata dal fatto che siano diventati giocatori juventini, ma dalla prosopopea del patron del Napoli.

Mi rendo conto che la Juve ormai sia una provincia dell’impero, forse LA provincia come la Provenza ai tempi degli antichi romani, ma adesso non è che nessuno può andare alla Juve, mentre Napoli è la terra promessa del calcio mondiale.

Voglio dire, il “ciuccio” torna il Champions dopo una ventina d’anni, non mi sembra che frequenti la coppa con le grandi orecchie da decenni come un Arsenal qualsiasi, che vince sempre il terzo turno dei preliminari (spero che l'Udinese ci smentisca...), quando non arriva primo o secondo in Premier League (collezionando, sai com’è anche qualche semifinale e rischiando nel 2006 di vincerla, contro il primo Barca vincente del nuovo millennio, quello di Rijkaard).

Umiltà non guasterebbe visto che non sono poche le squadre italiane negli ultimi anni affacciatesi dopo anni al proscenio europeo per uscire nel girone e pagare lo scotto delle fatiche autunnali in campionato (vedi l’Udinese e la Lazio di Delio Rossi, qualche anno fa).

Indubbiamente non è stato granchè l’atteggiamento di Vucinic, prendendo per buona la versione “presidenziale”, poteva dire la verità che tutti sapevano, che lui aveva un accordo con la Juve e quello voleva, ma di queste storie il mercato è pieno (anche Tevez vuole tornare in Argentina, in verità vuole cambiare aria mantenendo l’ingaggio da 10 milioni di euro all’anno, netti, anche nella Vecchia Europa !)

Ma insomma non mi sembra che con Giuseppe Rossi il Napoli non farebbe l’affare migliore, direi pure vendendo un Lavezzi sempre più irritante e distratto da altro, poi vabbè che la rabbia da amore non corrisposto faccia male, ma per colui che teorizza un campionato europeo per club, insomma un'Nba italiana, certi puntigli sono quantomeno infantili. 

Su Vidal poi l’intrigo è internazionale, Rummenigge da settimane si lagna per la lesa maestà juventina, è già, il Bayern ha l’esclusiva per i talenti di Bundes che siano tedeschi o no, DEVONO andare da loro, come fosse un diritto divino.

Le battute si sprecano da una parte con riferimenti anche puerili a Moggi e Company (Lucianone magari in questo clima comprava Inler, se non Fabregas, non il pur bravo Arturo), Aurelio poi è stato fantastico: prima l’ingaggio del cileno era troppo alto, ancora prima le richieste del Leverkusen erano eccessive, infine non l’ha voluto Mazzarri che si aveva perso Pazienza in mezzo al campo, ma ha avuto Inler e Dzemaili, a compensare anche la possibile uscita di Gargano.

Va tutto bene, però si potrebbe anche far parlare più il campo con i risultati che il mercato ed i presidenti, poi vabbè anche Klose parla di Lazio da scudetto, furbastro il tedesco-polacco, già ha capito come solleticare la tifoseria, il vecchio bomber… ma questa è un’altra storia, che racconterò nei prossimi giorni, quella dei sogni d’estate.

1 commento:

  1. Con il trofeo Gamper cominciato da pochi minuti con il Napoli protagonista al Nou Camp, Eretico fa un ritratto dei suoi sull'istrionico presidente del club e sulla squadra partenopea.

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